data: 27.11.2021.
Oggi, 24 novembre 2021, a Medjugorje è stato celebrato il 21° anniversario della morte di padre Slavko Barbarić. Durante la giornata sono stati organizzati due pellegrinaggi alla tomba di padre Slavko, uno dal suo paese nativo, Dragićina, e l’altra dal liceo di Čitluk, che porta il suo nome.
Padre Slavko è morto in questo giorno 21 anni fa, nel pomeriggio, terminata la Via Crucis sul Križevac. Oggi si è pregata la Via Crucis sul Križevac e alle 18:00, nella chiesa di San Giacomo, è stata celebrata la Santa Messa per padre Slavko Barbarić, presieduta dal Provinciale della Provincia Francescana dell’Erzegovina, padre Miljenko Šteko, con la concelebrazione del parroco di Medjugorje, padre Marinko Šakota, e altri 22 sacerdoti.
In riferimento alle letture della Messa, padre Miljenko Šteko, nella sua omelia, ha parlato anche della vita e delle opere di padre Slavko Barbarić.
«Sveglio nel suo sogno, stava guardando immagini che erano incise nella sua mente, nella sua testa, nel suo cuore, nel suo respiro, nella sua vita. Voleva fare tante cose in modo diverso, più gradito a Dio, e di tante dimore umane desiderava fare casa di preghiera. Spesso sentiva che così tanti capi, scribi di ogni tipo, capi del popolo stavano ostacolando la strada. Volevano dirigere il corso degli eventi, misurare il tempo, caricare sulle spalle degli uomini tanti carichi senza muovere un dito.
Ma padre Slavko si fece avanti. Entrò in pene oscure, nelle anime di tanti, nella miseria e nel dolore di molti, nella rovina di persone schiacciate dall’immoralità, dalla dipendenza, dall’odio, dalla divisione. Per lui, non c’era nessun uomo perduto, nessuna battaglia persa. Ognuno doveva essere abbracciato, salvato, accolto. Ogni battaglia con i mali umani doveva essere vinta con l’aiuto di Dio, con l’intercessione della Madonna», ha affermato padre Miljanko Šteko, aggiungendo che padre Slavko è stato «una goccia di salvezza per tanti annegati».
«Hanno afferrato il suo saio, gli hanno afferrato febbrilmente la mano, sono caduti tra le lacrime tra le sue braccia. E lui stava solo preparando la sua anima e pregando per intercessione della Madonna, immensamente devoto, con il rosario in mano. Ha trasformato la gioventù del mondo come un fiume sotto la sua Sion, qui al Mladifest (Festival dei giovani). Ha condotto i tossicodipendenti in processioni al Padre misericordioso, ha dato loro rifugio, conforto e li ha aiutarti nel difficile cammino del ritorno alla vita. Ha donato il villaggio dell’Amore di Madre ai più deboli, appena nati, donando loro il rifugio di una famiglia calorosa e sicura», ha detto padre Miljenko, che nella sua omelia ha definito padre Slavko un uomo di preghiera, che «si sentiva meglio in ginocchio, davanti al Santissimo Sacramento».
«Dopo la preghiera apriva completamente gli occhi, l’anima, il cuore. Si rendeva conto del bisogno di quell’uomo, di quella donna, di quel marito, vedeva chiaramente il bambino ferito, il suo bisogno. Da lontano intuiva la disperazione e la miseria che derubavano gli occhi umani, occhi che in effetti erano solo le finestre delle anime chiuse nel peccato. Quella persona doveva essere liberata. Ed è quello che faceva padre Slavko! Instancabilmente, fino allo stremo, sempre con calore e dolcezza, con una vita che non distingueva più il tempo, perché nella sua vita si salutavano tramonti e aurore. E così, di giorno in giorno, fino a trasformarsi nell’eternità 21 anni fa», ha proseguito padre Miljenko Šteko. (FOTO)